Descrizione
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PATERNO
SORGENTE ‘SORGITORA’ – PALAZZO DELL’ACQUEDOTTO – SERBATOIO PRINCIPALE DI ACCUMULO
La costruzione dell’Acquedotto dell’Agri passa, rispetto ai tempi di realizzazione, come opera colossale e mastodontica, peraltro, frutto di miracolistica intuizione ingegneristico-idraulica. Fu realizzato, con finanziamento del Regno d’Italia, sotto la direzione dei lavori del Genio Civile di Potenza, dall’Impresa F.lli Del Fante. I lavori furono consegnati, per ultimazione dei lavori infrastrutturali, nell’estate del 1937.
Annovera una portata di 7300 mc di acqua al giorno per una lunghezza di rete pari a circa 300 km. Garantì e garantisce una fornitura idropotabile a 29 centri della Basilicata.
Il palazzo, contornato ed abbellito da ampli giardini, riporta significativi motivi architettonici dello stile “imperiale”, e il bottino di raccolta delle acque dei due gruppi sorgentizi si elevano in tutta la loro maestosità. Quasi a suggellare l’alta divinità dell’acque delle Sorgenti dell’Agri, fino a farle diventare oggetto materiale prezioso di culto. Essenza integrata ed indispensabile dell’epopea delle acque per la vita umana.
Palazzo delle acque di ieri e di oggi
Serbatoio principale di accumulo
Dal palazzo parte la “condotta Maestra” o adduttrice dai bacini sorgentizi presenta una portata di circa 105 l/sec. Le risorse idriche vengono convogliate in condotte, prima di ghisa, ora in acciaio fino alla quota di piana di Paterno, a circa 630 m s.l.m. per circa 1 Km prima di essere protette da un interramento “a rilevato” di pianura, portandosi dalla riva destra a quella di sinistra dell’Agri. Attraversa i territori di Marsico Nuovo e Paterno per dirigersi verso le alture di Marsicovetere e Viggiano, dove recuperano quota di adduzione per caduta, a principio di vasi comunicanti. Supera i torrenti di Casale, Gorgoglione e Stigliano. Interessa, poi, i territori di: Accettura, S. Mauro Forte, Garaguso, Salandra e Ferrandina. Di qui si porta a sud toccando Craco e Montalbano Ionico facendo registrare uno sviluppo di “condotta Maestra” pari a ml 95.000. L’importanza dell’opera non viene sminuita dalle dimensioni delle condotte che in tratti perdono dimensione diametrale per garantire, secondo le altitudini che tocca e le cadute, la pressione di partenza e quelle di arrivo finale. Così la condotta fa registrare nel punto iniziale una dimensione diametrale di mm. 450, nei tratti intermedi mm.400, per scendere a mm. 300, fino a mm.275 per poi scendere a mm. 250, seguendo le indicazione tecniche di variazione di diametri per garantire la crescita e la tenuta pressoria interna. La “condotta Maestra” presenta delle diramazioni diverse che corrono verso gli abitati a valle.
L’appalto dei lavori di rilevato di pianura, a difesa delle condotta adduttrice o “Maestra” dell’Acquedotto dell’Agri, che attraversa Paterno, per giungere ai pedi dell’altura di Marsicovetere, fu appaltato, per un importo complessivo lavori di L. 90.000, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Potenza, il giorno 3 marzo del 1936, all’Imp.sa Lavecchia geom. Antonino, originario proprio di Paterno, ad un ribasso pari all’8,25%.
La dimensione faraonica e maestosa dell’opera, per quei tempi, rappresentò per i 29 Comuni, una autentica conquista per l’igiene, la salute e il lavoro per la persona, è esaltata, come tale, con una scritta che campeggia sull’obelisco-cippo di Scanzano, uno degli ultimi centri serviti : ”Ave aqua, fons vitae, morbis inimica”. L’importanza venne sottolineata dai Ministri del tempo, Cobolli Gigli e Rosson, alla presenza di circa 200 mila cittadini, presenti alla manifestazione di inaugurazione di un’artistica e colossale fontana- obelisco a testimonianza dell’avvenuto approvvigionamento di Scanzano Jonico, ultimo Comune servito dall’Acquedotto dell’Agri, che nasce a Paterno.
Il prezioso “oro blu” delle Sorgenti dell’Agri non compie solo il miracolo di vincere la sete e la povertà di vaste popolazioni storicamente assetate e sottosviluppate, soprattutto quelle della bassa.
Ci regala anche uno dei disegni storici, tracciati dall’uomo del posto e delle località extraregionali contermini da lunghi percorsi temporali ed antropizzati.
Per un tratto, non breve, il percorso dell’acqua, dalle sorgenti ai piedi di Viggiano, Pedali, oggi Villa d’Agri, si sposa e si sovrappone con l’importante tratturo dell’ultra centenario o “via del pellegrinaggio alla Madonna Nera di Viggiano”.
Una sovrapposizione, che ci lascia disegnare storicamente un percorso, di lunga durata, di preghiera e di fede che compie il miracolo di stringere un patto nobile, per le popolazioni valligiane e non solo. Quello, per un abbondante tratto, del petrolio con l’acqua, dell’”oro nero” coll’ “oro blu”. Difatti storicamente vengono segnati percorsi, a scansione annuale, di pellegrinaggio di popolazioni, per generazioni, del Cilento, dell’Avellinese e del Vallo di Diano, in preghiera e in canti religioso-popolari, attraversando i tratturi a ridosso delle Sorgenti dell’Agri e il tratto lungo del rilevato dell’acquedotto dell’Agri, sino a Villa d’Agri, si recavano da Maria di Viggiano, la Madonna nera di Viggiano.
Modalità di accesso
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Entra in SS 598 di Fondo Valle d'Agri/SS598 verso Marsico Nuovo/Scanzano
Prendi l'uscita Galaino-Paterno verso Paterno
200 m
Prendi Via Giustino Fortunato e Via Calangone fino alla tua destinazione a Paterno
6,5 km
Svolta a destra e prendi Strada Paterno Galaino
700 m
Alla rotonda, prosegui dritto su Via Giustino Fortunato
1,2 km
Svolta a destra e prendi Via Oscuriello
250 m
Alla rotonda prendi la 3ª uscita e prendi Via Chiusulelle Maraldino
140 m
Prosegui dritto su Via Castagne Oscuro
19 m
Svolta a destra e prendi Via Calangone
1,1 km
Svolta a destra in Via Sorgente
Georeferenziazione
Indirizzo: Paterno, Potenza, Basilicata, 85050, Italia
Quartiere:
Circoscrizione:
CAP: 85050